Impianto dentale che cos’è
L’impianto dentale è un supporto che sostituisce la radice del dente naturale. Quando manca il dente naturale è possibile ripristinarlo con un dente artificiale detta corona.
Per essere posizionata in modo fisso la corona necessita di un ancoraggio nell’osso.

Per ottenere questo risultato il chirurgo odontoiatrico innesta una vite in titanio nell’osso che fungerà da radice per la corona ricreando il dente mancante verosimile all’originale.
Come si procede
A volte sono necessarie alcune estrazioni di denti o radici per far posto agli impianti su cui realizzare un lavoro fisso che dia più garanzie di riuscita rispetto a un lavoro realizzato su radici naturali non più sane.
Il paziente si sottopone ad una serie di esami diagnostici come la panoramica dentale, la TAC digitale e la scansione digitale del cavo orale.
La TAC viene eseguita nel nostro Studio Dentistico con apparecchio TC Cone Beam digitale che riduce sensibilmente le radiazioni emesse in fase operativa.
L’odontoiatra sulla base degli esami esegue una valutazione dell’osso presente e decide le caratteristiche dell’impianto da posizionare. Grazie all’uso della chirurgia implantare con navigazione dinamica in 3D non è più necessario realizzare la mascherina chirurgica. Il chirurgo esegue l’impianto in modo estremamente preciso grazie anche alla guida del nuovo sistema digitale.

Nel nostro Studio Dentistico prima di un intervento implantare viene eseguita l’attivazione rigenerativa al plasma degli impianti dentali. Questa procedura permette di ottenere prestazioni di osteointegrazione più elevate ed efficaci.
Impianto dentale con poco osso
Nel caso in cui le condizioni dell’osso non avessero le caratteristiche anatomiche adatte all’implantologia, l’odontoiatra può procedere con la rigenerazione ossea. La rigenerazione dell’osso consiste nel fare un incremento dell’osso per raggiungere lo spessore e l’altezza adatte all’impianto.
Nella maggioranza dei casi l’incremento dell’osso viene garantito con osso autologo ovvero osso che si preleva sulla stessa persona e che viene riportato nelle aree dove vi è carenza.
Fare un incremento di osso significa trasformare le condizioni iniziali sfavorevoli del sito a buone condizioni dell’osso favorevoli all’implantologia.
La protesi provvisoria dopo gli impianti dentali
Nel caso si posizionino più impianti nella stessa seduta, verrà contestualmente prodotta una protesi provvisoria fissa che legherà tutti gli impianti posizionati. Questo è possibile grazie alla procedura tecnica del fresaggio con torrette con cui si realizzano protesi provvisorie fisse che il paziente porterà dai 60 ai 90 giorni.
La protesi provvisoria è molto importante per la realizzazione della protesi finale definitiva ma non solo. E’ importante sottolineare che nessun paziente esce dal nostro Studio senza denti!
Questa fase è estremamente importante non solo perché si darà il tempo all’anatomia della bocca di ristabilirsi ma ogni singolo aggiustamento alla protesi provvisoria servirà per elaborare la nuova protesi definitiva sulla base delle modifiche effettuate in questo periodo di “prova”.
Durante questo periodo il paziente verrà educato correttamente all’igiene delle parti coinvolte in quanto è fondamentale per il mantenimento della salute e per il successo del lavoro eseguito.
Quanto tempo è necessario per mettere gli impianti
Il tempo necessario per innestare gli impianti è molto breve, in una giornata si completa l’intervento. Dopo il posizionamento si lascia guarire dai 60 ai 90 giorni. Al paziente verrà consegnata una protesi provvisoria fissa che manterrà per tutto il periodo di guarigione. Durante questo periodo di tempo il paziente verrà seguito con dei controlli regolari, i tessuti coinvolti nell’implantologia guariranno e verranno eseguite alcune modifiche alla protesi fino alla guarigione totale. Infine sulla base del lavoro fatto fino a questo punto si realizza la protesi definitiva.
Impianti ALL IN FOUR e ALL IN SIX cosa sono
All in Four e All in Six sono tecniche per il posizionamento degli impianti dentali nel caso di arcate complete senza eseguire incrementi d’osso. In questi casi gli impianti vengono posizionati dal chirurgo implantologo con inclinazioni particolari che consentono di evitare l’incremento dell’osso.
Evitare la rigenerazione dell’osso significa limitare i costi e velocizzare i tempi. I risultati sono ottimi.

Il chirurgo attraverso la TAC studia l’inclinazione ideale per questi impianti per poi fissarli insieme realizzando una protesi dentaria fissa.
Le tecniche All in four e All in Six si eseguono per realizzare arcate fisse complete, sia inferiori che superiori riducendo i tempi e i costi di implantologia dentale.
Anche questo tipo di impianti richiede una scrupolosa igiene e una regolare manutenzione e controllo.
Mettere gli impianti fa male?
Chiedere se mettere gli impianti fa male è assolutamente lecito e la risposta è: assolutamente no.
E’ importante che il chirurgo verifichi sempre che nel sito dove verrà posizionato l’impianto non siano presenti infezioni. Mettere un impianto è meno invasivo di una estrazione. Si esegue una piccola anestesia, si posiziona l’impianto e non si sente nulla, non fa male.
Consigli dopo l’impianto denti
Il dente ricostruito su impianto necessita di maggiori attenzioni rispetto ad un dente naturale. Il dente su impianto non ha il sistema di protezione che ha un dente naturale quindi dovrà essere pulito correttamente per evitare che i batteri vadano nella parte più profonda e si annidino nella morfologia dell’impianto.
Quindi tutte le volte che si esegue un intervento di implantologia dentale è importante, a lavoro eseguito, seguire un protocollo di mantenimento con l’igienista di riferimento.
A fine lavoro, dopo il posizionamento della protesi definitiva, si esegue una lastra di riferimento e ci si accerta della bontà della parte chirurgica e la bontà della parte protesica e che le due parti siano connesse correttamente.
L’igienista una volta all’anno, oltre ad eseguire tutte le procedure di igiene dentale, farà una nuova lastrina per determinare lo stato dell’impianto. Metterà a confronto la lastrina di fine lavoro con l’attuale e ne verificherà lo stato per garantire il lavoro nel tempo.